Andare lontano per ritrovare se stessi
Spesso crediamo che la nostra vita abbia un percorso tracciato, siamo convinti che qualcosa o qualcuno ci indichi la strada. Le scelte, le difficoltà, gli ostacoli, tutto ha senso nell’ottica di un disegno più ampio dei nostri microscopici affanni e dei momenti in cui tutto ci sembra irreparabile. Francesco riassume tutto questo in “destino e volontà”: secondo lui il percorso della vita è deciso, ma alle volte è difficile capirlo; e quando lo si fa proprio, bisogna metterci passione, professionalità e orgoglio.
Ha occhi azzurri, Francesco, una “erre” morbida che regala musica ai racconti della sua famiglia. Parla lentamente, immergendosi nelle immagini di un’altra epoca; fa pause lunghe mentre riporta le vicissitudini di nonni e genitori. Storie di ragazzi, amori, fatiche, oceani, distanze. Due giovani di S.Giorgio Canavese, metà del 1800: lui contadino di modeste origini, gran lavoratore; lei, figlia di contadini ma anche commercianti, temperamento spavaldo e battagliero. Un amore importante. E il padre di lei che, contrario all’unione, si vede tradito dal proprio fratello, prete, che li sposa in segreto e li manda in America. L’impegno e la determinazione portano i due ad avere successo, e diventare un punto di riferimento nella ristorazione per i tanti compaesani emigrati nel Michigan come loro.
Tornano a San Giorgio, e continuano in patria l’attività che tanto li aveva entusiasmati oltre oceano. Aprono una locanda (con i soldi guadagnati in America): lei si occupa della cucina; lui inizia a fare vino da accompagnare ai piatti. Così proseguono il loro percorso, fatto di tanti sacrifici e voglia di migliorare, ma sempre con il massimo rispetto per il protagonista assoluto di questa storia: l’Erbaluce. Perchè in fondo gli Orsolani il vino ce l’hanno nel DNA.
Con la semplicità tipica delle persone autentiche, Francesco prima e Gigi adesso trasmettono il loro manifesto: vocare tutte le proprie forze all’Erbaluce e cercare di farne qualcosa che dia soddisfazione alla loro attitudine. Conservano negli anni un’invidiabile coerenza con questa missione, e una dedizione assoluta al lavoro che permetta di assecondare le caratteristiche del vitigno.
La poesia e la dolcezza di Francesco si fondono perfettamente con la nuova generazione Orsolani, quella di Gigi, che coniuga in modo naturale la storia di una grande famiglia con l’impegno quotidiano, la sperimentazione, la volontà di tener fede al lavoro e al sacrificio senza chiudere però la porta a nuovi progetti che possano ampliare la propria capacità e possano diventare nuove sfide.
Perchè la vocazione è rara nella vita, e richiede impegno per la sua realizzazione. Ci vogliono tenacia ed impegno per fare qualcosa che dia soddisfazione alla nostra attitudine.
Bisogna rimanere ancorati alla terra, e saper guardare lontano. E per guardare lontano, gli occhi azzurri aiutano.