La rivincita di Ippocrate

Le piccole comunità fuori mano. I loro difetti: le malelingue, le curiosità, il tanto tempo alle finestre a guardare chi arriva e chi parte, e chi si ferma troppo. Altrettante le cose affascinanti: la semplicità dei gesti, la disponibilità e l’affetto sincero di chi ti conosce, la cordialità, i rapporti a misura di uomo.

In un mondo a cui non interessa che faccia abbiamo, nel piccolo si vive bene; il pulmino della scuola con l’autista che conosce tutti i bambini per nome, il negozietto di alimentari fornito di ogni cosa, il dottore.

Figura di antico fascino, si prende in carico il benessere e la salute di tutti. Studioso, colto, riferimento per tutti, e per tutti disponibile, sempre. Gli affidiamo gli acciacchi, i malanni, le difficoltà che la vita ribalta sul fisico; ci affidiamo. E lui sa, conosce la scienza, conosce noi.

Oggi partiamo con Ignazio per le visite ai suoi pazienti: monsù Chardonnay, portato in zona  dal padre anni fa e ormai diventato una certezza; Sauvignon, Moscato, Albarossa; e madamin Barbera, legata al paese e a lui in modo particolare. Ognuno ha il suo carattere, la sua forza, le sue debolezze. E per tutti, lui c’è.

Sa già quello che ognuno di loro avrà da dire, sa già quali sono i problemi che rendono difficoltosi il cammino e il percorso dei singoli. Eppure, non tratta mai nessuno con sufficienza; non sottovaluta nessun segnale; è attento, studia, sa, aggiusta, cura.

Stanno tutti bene, i suoi pazienti. Perché se ne occupa direttamente e personalmente, senza sostituiti esterni ed anonimi. Lui li conosce tutti, sono i suoi. E la sua disponibilità è totale, perché come prosaicamente dice lui “non sono le fiere (o i congressi) a renderlo quello che è”.

Fa le cose perché  vanno fatte, e le fa con infaticabile coerenza. 

E’ tecnico, perché la sua scienza lo impone. Ha un pensiero lineare, dritto, e il suo rigore si ritrova in tutti i suoi prodotti. Produce, Ignazio, e lo fa con la convinzione ferma di non voler e non poter fare qualcosa che non sia suo.

Rientriamo in quello che può essere considerato il suo studio, e sua moglie Giuliana (o come dice lui, i suoi 3/4) lo aggiorna. Poche parole per dirsi le cose e capirsi, segno di quell’equilibrio fondamentale nelle vite condivise. Lui ascolta, valuta, decide. E’ inflessibile. Non sgarra mai.

O meglio, quasi mai. Eccolo, infatti, lo studioso fermo, deciso, intransigente, che invece per un attimo nella sua dimensione casalinga, vacilla. Colpa dei due piccoli aiutanti che fanno capolino dalla scala: un cavaliere timido che ci fa compagnia un secondo per poi tornare ai suoi impegni inderogabili, e una principessa dal nome di favola che lo guarda, e immediatamente fa di lui quello che vuole.

In quel momento, la rivelazione. Il dottore ha trovato la formula perfetta: una combinazione magica di amore e dedizione in casa e in vigna che si ritrovano in ogni suo bicchiere. Perfetta alchimia che cura qualsiasi cosa.

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