La Regina abbandonata
Nessuno abbandona una Regina.
Soprattutto dopo esssersi preso cura di lei, averla avvicinata con il timore di non essere all’altezza, ed aver avuto la pazienza di osservarla da lontano, per poi capire che si, aveva i suoi difetti, i suoi capricci, le sue stramberie, le sue pretese, ma dall’alto della sua altezzosa vista sapeva regalare a chi non si arrendeva, uno sguardo unico, di intesa, di complicità, di insegnamento.
Un insegnamento che non si dimentica.
Luca dice di aver imparato da lei a non arrendersi, dice di aver capito in tutti gli anni della loro vita insieme che nessuna difficoltà è troppo ardua da superare se sai tenere vivo il tuo sogno.
E il suo, di sogno, era quello di fare della Regina il fulcro di un progetto più ampio, di respiro europeo, mondiale, che unisce chi in altre parti della terra ha deciso di dedicarsi, e valorizzare altre piccole Regine che si nascondono in mezzo alle città, e lasciano che i passanti abbiano un sussulto di stupore alla loro vista.
Purtroppo la favola (che favola non è, perchè è stata una realtà estremamente reale e fatta di lavoro ed impegno quotidiano) è finita, all’improvviso.
E non perchè si sia spento il sogno, o sia mancata la coerenza o la forza di portarlo avanti, ma perchè qualcuno che nulla sa di uomini, territorio, vino e dedizione ha deciso che questa Regina ora è a disposizione di chi sa offrire i denari più interessanti, di chi si fa avanti con il sacco più pieno, pronto a rovesciarlo alla corte di chi di quella Regina non sa davvero nulla.
Ecco perchè Luca l’ha abbandonata.
Perchè i valori che li hanno legati, e che nei momenti più duri lo ha fatto vacillare ma mai dubitare di loro due, ora non valgono più: non sono richiesti, nè soprattutto considerati.
Costretto a ritirarsi da questa ignobile sfida, ormai guarda la sua Regina da lontano, le sorride, e in questo momento di entusiastica follia collettiva, è l’unico ad accorgersi della piccola lacrima che in realtà le solca il viso.