Le distanze del vino
Spesso per arrivare al nucleo delle cose, e giungere al senso vero, bisogna fare un giro strano. Magari partire da lontano. Partire da distante.
Distante è qualcosa che non è vicino, ovvio. Qualcosa che magari vedi, o percepisci; o anche solo sai che c’è, ma che per essere raggiunto richiede un percorso. Un viaggio. Una riflessione. E spesso, un pò di vita.
Quando il punto distante è un padre, il percorso è davvero impegnativo; serio; a tratti pesante. Se poi tuo padre ha delle vigne, la strada è una salita sicura. Tutto quello che lui fa ti sembra superfluo, non certo come l’avresti fatto tu al posto suo. O addirittura sciocco, senza senso, senza logica, se non magari quella della necessità di punirti per insegnarti chissà che. Attraversi quella fase della vita in cui non vai benissimo a scuola, e ti trovi appena adolescente a lavorare d’estate: caldo, fatica, orari pesanti, ingredienti scontati di una punizione coi fiocchi, e ti chiedi perché a te è toccata quella sceneggiatura, mentre ai tuoi coetanei quella del divertimento spensierato.
Andando avanti negli anni, più ti prendi delle libertà, più arrivi tardi la sera…più lui ti sveglia presto la mattina per dare una mano. Prosegui gli studi, e nelle mille indecisioni, sai che comunque con lui non lavorerai mai. Arriva un’opportunità di fare esperienza dall’altra parte dell’oceano, e ovviamente parti. Lavori lontano, senti i tuoi, e proprio la distanza forse inizia a cementare il percorso. Al punto che, quando ti propongono di rimanere nel Nuovo Mondo e farti una vita lì, decidi comunque di tornare.
Inizi a lavorare non lontano da casa, non perché tu abbia cercato qualcosa che escludesse il lavoro a casa, ma proprio perché di fronte a quella proposta tuo padre ti ha detto: “E’ una buona possibilità per te di imparare. Fossi in te, io accetterei”. Lavori, impari, maturi. Capisci.
Tutte le azioni che hanno causato gli anni di rabbia e astio, e che hanno costruito muri, ora acquistano un senso. Le regole dure e allora incomprensibili, ti hanno formato il carattere e ti permettono di stare al mondo. Ed ecco che ora, quando vedi quel padre un tempo misterioso tornare dalla vigna stanco, a mezzanotte, e faticare senza chiedere più nulla, il tuo destino ti appare cristallino. Adesso lo ringrazi per la costanza e la pazienza di averti aspettato, per la determinazione con cui non ha ceduto. E finalmente gli puoi dire: “Papà, torno a casa” anche se sei ad un metro da lui. Inspiegabile poi (o non troppo) come Matteo riesca con Aldo a ricostruire un rapporto, a fare il vino insieme, a confrontarsi con lui, indicandogli a volte qualche cambio di rotta per migliorare e mantenere comunque la loro strada, che ormai è una sola.
Un strada che attraversa la valle dell’Arneis, ancora poca produzione rispetto alle richieste, e per il quale dovremo attendere fino a febbraio; il Langhe Nebbiolo, vitigno perfetto per raccontare il territorio; per arrivare ovviamente al Barbaresco dei Cru, Serraboella e Bordini, grandi maestri che insegnano quanto il vino possa essere straordinario elemento di unione tra gli uomini, che siano un gruppo di amici, una coppia, o un padre e un figlio.